Fondazione dell’Istituto Sieroterapico
In una villetta alle porte di Siena, Achille Sclavo costituisce l’Istituto per produrre il siero contro il carbonchio da lui scoperto.
In una villetta alle porte di Siena, Achille Sclavo costituisce l’Istituto per produrre il siero contro il carbonchio da lui scoperto.
L’Istituto si ristruttura su impulso dei progressi scientifici di inizio secolo e per soddisfare le esigenze belliche del periodo della Grande Guerra.
Dopo la morte del fondatore, l’Istituto rimase un’impresa a conduzione familiare, affermandosi progressivamente a livello nazionale.
Il grado di sofisticatezza tecnica sempre maggiore porta l’Istituto a essere un moderno centro, non solo di produzione, ma anche di studio e ricerca.
L’Istituto inizia a produrre l’anti-polio di Sabin e avvia la collaborazione con la Wellcome Foundation di Londra.
L’Istituto si estende negli USA, mentre nasce l’avveniristico Centro Ricerche e si avviano le attività della nuova area di Rosia.
Dalla collaborazione con Venter nasce la tecnica basata sulla genomica ‘Reverse Vaccinology’, chiave del vaccino contro il meningococco B.
L’azienda diventa una delle realtà più importanti del settore vaccini, di cui procede lo studio, oltre al loro utilizzo in vaccinazioni di massa.
Con l’integrazione in GSK, il sito di Siena e Rosia entra a far parte di un’azienda farmaceutica impegnata su scala globale.
L’Istituto si estende negli USA, mentre nasce l’avveniristico Centro Ricerche e si avviano le attività della nuova area di Rosia.
Con il prestigio conseguito per la realizzazione del vaccino antipolio, l’Istituto Sclavo si ingrandì rapidamente fino a raggiungere un migliaio di dipendenti, estendendosi negli Stati Uniti e iniziando una fase di cambi di proprietà, che videro l’azienda confluire gradualmente sotto il controllo dell’Eni.
Negli anni Settanta, l’Istituto era ormai strutturato in tre grandi divisioni: i “biologici”, per la produzione di vaccini batterici, anatossine, anatubercoline e per la purificazione dei sieri e quelli per la produzione degli emoderivati. Nel Centro di Virologia, inoltre, si producevano i vaccini virali come l’antipoliomielitico, l’antivaioloso, l’antirabbico, l’antinfluenzale, l’antiparotitico e si compivano studi sull’epatite epidemica e sulla profilassi immunitaria del morbillo e della rosolia.
La seconda divisione era quella dei “diagnostici”, con le sue due sezioni, una di batteriologia e l’altra di biochimica.
Nella terza divisione, quella dei “farmaceutici”, venivano prodotte le specialità più varie come quelle a base di antibiotici e di sulfamidici e, più spesso, costituite dall’associazione di origine biologica con sostanze chimicamente pure.
Nel 1970 venne inaugurato il nuovo Centro Ricerche, una struttura all’avanguardia dove tecnici qualificati portano avanti attività di sperimentazione e di indagine scientifica. In quegli anni, aumentò la produzione e la commercializzazione dei prodotti Sclavo in tutto il mondo e iniziarono collaborazioni proficue e durature come quella con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e con Associazioni umanitarie internazionali come l’UNICEF e la PAHO (Pan American Health Organization).
Nel 1972, ai servizi veterinari venne dedicato un nuovo complesso costruito nella località isolata e circondata dal verde di Rosia. Questo secondo sito, a pochi chilometri da Siena, vedrà progressivamente crescere gli impianti destinati alla produzione fino a diventare, in pochi decenni, un centro di eccellenza.
Nel 1980 l’Istituto Sclavo fu acquisito dall’ENI per poi essere venduto a Guelfo Marcucci, che suddivise l’Azienda nei tre diversi rami di attività e li vendette separatamente: diagnostici, emoderivati e vaccini.
L’attività del sito, intanto, continuava a spiccare per gli eccellenti risultati scientifici. E’ del 1984 il sequenziamento e produzione in larga scala della tossina difterica mutata CRM197 e del 1989 l’avvio dello sviluppo del vaccino acellulare per la pertosse (Premio Galeno nel 1993).