Fondazione dell’Istituto Sieroterapico
In una villetta alle porte di Siena, Achille Sclavo costituisce l’Istituto per produrre il siero contro il carbonchio da lui scoperto.
In una villetta alle porte di Siena, Achille Sclavo costituisce l’Istituto per produrre il siero contro il carbonchio da lui scoperto.
L’Istituto si ristruttura su impulso dei progressi scientifici di inizio secolo e per soddisfare le esigenze belliche del periodo della Grande Guerra.
Dopo la morte del fondatore, l’Istituto rimase un’impresa a conduzione familiare, affermandosi progressivamente a livello nazionale.
Il grado di sofisticatezza tecnica sempre maggiore porta l’Istituto a essere un moderno centro, non solo di produzione, ma anche di studio e ricerca.
L’Istituto inizia a produrre l’anti-polio di Sabin e avvia la collaborazione con la Wellcome Foundation di Londra.
L’Istituto si estende negli USA, mentre nasce l’avveniristico Centro Ricerche e si avviano le attività della nuova area di Rosia.
Dalla collaborazione con Venter nasce la tecnica basata sulla genomica ‘Reverse Vaccinology’, chiave del vaccino contro il meningococco B.
L’azienda diventa una delle realtà più importanti del settore vaccini, di cui procede lo studio, oltre al loro utilizzo in vaccinazioni di massa.
Con l’integrazione in GSK, il sito di Siena e Rosia entra a far parte di un’azienda farmaceutica impegnata su scala globale.
Dopo la morte del fondatore, l’Istituto rimase un’impresa a conduzione familiare, affermandosi progressivamente a livello nazionale.
Nel 1930, anno della sua scomparsa, Sclavo dette un ultimo importante contributo in favore della sanità pubblica, sollecitando affinché i prodotti biologici venissero sottoposti al controllo delle Autorità Sanitarie dello Stato.
Dopo la morte del fondatore, l’Istituto rimase a lungo un’impresa a conduzione familiare, affermandosi tuttavia a livello nazionale grazie a un costante sforzo scientifico e imprenditoriale per elaborare nuovi prodotti.
L’Istituto si inserì inoltre nel campo di studio dei virus; nel 1938 realizzò il vaccino antivaioloso – su cui già Achille Sclavo aveva lavorato nel 1896 – e il vaccino antirabbico, affermandosi come una delle maggiori aziende europee nel settore della medicina preventiva.
Tra il 1943 e il 1946 l’Istituto di Siena fornì alle autorità sanitarie nazionali e locali i prodotti profilattici per la vaccinazione delle grandi collettività. Vennero ad esempio soddisfatte le richieste delle Forze Armate di avere a disposizione i vaccini contro vaiolo, tetano e tifo.
In quegli anni vennero inoltre approntati una serie di servizi ausiliari autonomi per facilitare la distribuzione in tutta Italia di sieri e vaccini indispensabili alla popolazione colpita dalla guerra. Il sito diventava così una struttura sempre più ricca e composita, guadagnando autonomia nei servizi ed efficienza.